fbpx

Inquinamento e Autismo

Secondo una stima del 2009 negli ultimi decenni l’incidenza dei disturbi dello spettro autistico è passata da 2-5 casi diagnosticati ogni 10.000 bambini a circa 1-2 casi ogni 1000 bambini per autismo con particolare gravità (Fombonne, 2009) e a 6-10 casi ogni 1000 bambini per autismo ad ampio spettro (Baron-Cohen et al., 2009).

Di conseguenza questo disturbo del neurosviluppo è oggi diventato una delle più frequenti condizioni diagnosticate in neuropsichiatria infantile.

L’eziologia dell’autismo è multifattoriale e comprende fattori genetici e fattori ambientali; la maggiore incidenza dei casi di autismo negli ultimi decenni suggerisce in particolare una stretta interazione gene-ambiente, per cui se nei primi anni ’90, in base a studi effettuati sui gemelli, le stime di ereditarietà dei disturbi dello spettro autistico si attestavano su una percentuale del 90%, in base a studi più recenti questa percentuale è scesa al 37% (Hallmayer et al., 2011).

I fattori genetici non sono quindi più sufficienti per spiegare la genesi dell’autismo.

Una delle ipotesi più accreditate è che tra i fattori ambientali responsabili dell’insorgenza dei comportamenti tipici dell’autismo, ci sia l’ esposizione ad un composto chimico chiamato p-cresolo: il p-cresolo è una tossina neuroattiva che si trova in natura ed entra in contatto con l’organismo umano attraverso l’inalazione, il contatto cutaneo e l’ingestione di cibi e bevande.

Si tratta di un composto che può essere contenuto all’interno di sostanze naturali o artificiali come ad esempio nell’acqua piovana, in alcune piante, nei solventi, nei disinfettanti e nei saponi, nei conservanti per alimenti, nei coloranti, nel fumo di tabacco, nei profumi e nei cosmetici, nelle vernici, negli agenti protettivi per le piante, in alcuni alimenti.

Il p-cresolo può inoltre essere prodotto da alcuni ceppi batterici intestinali, come il Clostridium Difficile a partire dalla fermentazione dell’amminoacido tirosina presente nelle proteine alimentari. Questa sostanza può essere espulsa dall’organismo attraverso le feci, l’urina e il sudore.

In base ad una ricerca del 2011 la quantità di p-cresolo urinario è risultata significativamente maggiore nei bambini con diagnosticato disturbo dello spettro autistico ed età non superiore ai 7 anni, rispetto al gruppo di controllo costituito da bambini a sviluppo neurologico tipico; la correlazione è risultata particolarmente significativa nei soggetti di sesso femminile e nei soggetti i cui genitori hanno segnalato un’insorgenza dell’autismo sotto forma di regressione a livello linguistico e di abilità sociali (Altieri et al., 2011).

Le cause potenziali di un eccesso di p-cresolo nell’organismo potrebbero corrispondere quindi ad una eccessiva esposizione ambientale, ad una infezione intestinale, a costipazione cronica, oppure a eccessiva permeabilità intestinale.

A questo proposito l’Associazione di Studi e Informazione sulla Salute (Assis) sottolinea l’importanza che rivestono alcune sostanze come il glifosato (diserbante largamente utilizzato in agricoltura), le micotossine e gli antibiotici nel bloccare la crescita della microflora intestinale, causando disbiosi intestinale con conseguente proliferazione di batteri anaerobi come il Clostridium Difficile implicato nell’aumento della produzione di p-cresolo nell’organismo.

Una volta accertata una sistematica maggiore quantità di p-cresolo urinario in soggetti con disturbo dello spettro autistico si potrebbe utilizzare questo valore come marcatore biologico per poter diagnosticare l’autismo in bambini molto piccoli, utilizzando procedure quantitative sensibili e affidabili (Persico e Napolioni, 2012).

La presenza di maggiori quantità di p-cresolo nell’organismo potrebbe contribuire all’insorgenza di comportamenti tipici dell’autismo e quindi al peggioramento del quadro diagnostico, oltre a comportare una serie di disfunzioni a livello intestinale, dato che è stato osservato nei bambini autistici con stitichezza cronica un maggiore livello di p-cresolo urinario (Gabriele et al., 2016).

Immagine tratta e tradotta da https://factvsfitness.com/bloating-bad-mood/

Qual è la situazione oggi?

Il prof. Persico, docente presso l’Università degli Studi di Messina ha condotto uno studio in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma “Sapienza”, selezionato come hot topic 2019 presso il Congresso della Società di Neuroscienze di Chicago, nel quale ha osservato lo sviluppo di comportamenti simili all’autismo nei topi BTBR, con specifiche caratteristiche genetiche, in seguito ad una singola iniezione di p-cresolo a basso ed alto dosaggio, registrando i seguenti risultati.

Nei topi sottoposti ad una iniezione di p-cresolo a basso dosaggio si è verificato un aumento dei livelli di dopamina nell’amigdala, area del cervello implicata nell’elaborazione di stati emozionali, con conseguente aumento di ansia e iperattività; nei topi sottoposti ad una iniezione di p-cresolo al alto dosaggio si è registrato invece un aumentato livello di questo neurotrasmettitore e suoi metaboliti nel corpo striato dorsale e ventrale che controllano il piacere e l’inizio di un’attività motoria, determinando nei topi coinvolti nell’esperimento comportamenti ripetitivi e una completa perdita di preferenza per l’interazione sociale.

Questo studio confermerebbe quindi l’importanza del composto p-cresolo, presente nell’ambiente ma prodotto anche da alcuni batteri intestinali, nel determinare in individui geneticamente predisposti la promozione dei comportamenti tipici dell’autismo, stabilendo un parallelo tra anomalie comportamentali e alterazioni neurochimiche del cervello.

Si confermerebbe in questo senso l’efficacia del modello di interazione gene-ambiente nella genesi dei disturbi dello spettro autistico, aprendo di fatto nuovi scenari di intervento a partire dall’analisi dei processi che interessano il tratto gastro intestinale.

Dott.ssa Sabrina Pecora

Psicologa e psicoterapeuta

Bibliografia

Altieri L, Neri C, Sacco R, Curatolo P, Benvenuto A, Muratori F, et al. Urinary p-cresol is

elevated in small children with severe autism spectrum disorder. Biomarkers

2011;16:252–60.

Baron-Cohen S, Scott FJ, Allison C, Williams J, Bolton P, Matthews FE, et al. Prevalence of

autism’spectrum conditions: UK school’based population study. Br J Psychiatry

2009;194:500–9.

Buie T, Campbell DB, Fuchs III GJ, Furuta GT, Levy J, Vandewater J, et al. Evaluation, di-

agnosis, and treatment of gastrointestinal disorders in individuals with ASDs: a

consensus report. Pediatrics 2010;125:1-18.

Fombonne E. Epidemiology of pervasive developmental disorders. Pediatr Res 2009;65:

591–8.

Gabriele S, Sacco R, Altieri L, Neri C, Urbani A, Bravaccio C, Riccio MP, Iovene MR, Bombace F, De Magistris L, Persico AM. Slow intestinal transit contributes to elevate urinary p-cresol level in Italian autistic chieldren. Autism Research, 2016; 9: 752-759.

Hallmayer J, Cleveland S, Torres A, Phillips J, Cohen B, Torigoe T, et al. Genetic heritabil-

ity and shared environmental factors among twin pairs with autism. Arch Gen

Psychiatry 2011;68:1095–102.

Persico AM, Napolioni V. Urinary p-cresol in autism spectrum disorder. Neurotoxicology and Teratology 2012; 36: 82-90.

Lascia un commento