Oggi si parla solo più di inclusione, ma è sempre vera inclusione?
Siamo proprio certi di sapere che differenza sostanziale c’è?
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INTEGRAZIONE
Molto spesso si è semplicemente sostituito il termine integrazione con quello di inclusione.
In alcune istituzioni scolastiche l’inclusione è realtà, ma spesso è compresa e perseguita virtuosamente da soggetti isolati (il Dirigente, qualche singolo docente o team, etc.) e tuttavia ancora confusa con l’integrazione.
In ogni caso siamo ancora lontani da una qualità reale diffusa e stabile dell’inclusione. Una scuola che non confonde integrazione con inclusione capisce che l’inclusione non va vista come un modo di normalizzare il diverso, ma un modo per ripensare i nostri ambienti di apprendimento e renderli più fruibili per quella stessa “normalità” per cui sono stati concepiti.
Un ambiente di apprendimento inclusivo si fonda su un’idea dell’apprendimento che porta a una costruzione attiva e creativa delle proprie competenze, che sappia integrare e potenziare tutti i linguaggi, anche quelli diversi, in cui ci sia collaborazione e cooperazione, che riesca a promuovere il benessere di tutti, considerato un obiettivo fondamentale della scuola inclusiva.
Ma quali sono le differenze fra integrazione e inclusione? Hanno finalità diverse:
- L’integrazione si propone il reperimento di risorse per consentire il raggiungimento di risultati nell’ambito dell’autonomia, socializzazione, comunicazione; l’integrazione è una situazione. Ha un approccio compensatorio , ovvero si riferisce esclusivamente all’ambito educativo. Guarda al singolo, nel senso che prima interviene sul soggetto diversamente abile e poi sul contesto. Incrementa una risposta specialistica
- L’inclusione si pone l’obiettivo del superamento delle barriere alla partecipazione e all’apprendimento; l’inclusione è un processo, che si riferisce alla globalità delle sfere educativa, sociale e politica. Guarda a tutti gli alunni (indistintamente/differentemente) e a tutte le loro potenzialità. Interviene prima sul contesto, poi sul soggetto. Trasforma la risposta specialistica in ordinaria.
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INCLUSIONE
Il modello più diffuso di integrazione è quello che tende a riferirsi a un soggetto specifico, che si coordina con il percorso normale e con gli insegnanti di classe.
L’inclusione è un processo continuo, quotidiano, in cui tutti gli insegnanti e i percorsi di apprendimento devono poter rispondere alle differenze dei vari soggetti in un’ottica di sostegno distribuito.
Includere è ben più complesso che integrare.
L’inclusione comincia da un cambiamento culturale interno: da ciò che si può fare partendo da ciò che abbiamo, dalla valorizzazione delle risorse presenti, dalla collaborazione tra persone con ruoli diversi ma con obiettivi condivisi. Inizia integrando gli stessi insegnanti, individuando in essi risorse eterogenee (intese come competenze diverse) e però diffuse, messe in campo con finalità comuni e condivise. Non basta integrare le diversità.
Cosa fare?
Occorre fare spazio alla ricchezza della differenza, adeguando, di volta in volta, gli ambienti, la prassi, in base ad ogni specifica singolarità.
Occorre un pensiero costruttivo e condiviso tra i diversi attori all’interno dei contesti scolastici, che determini la creazione di ambienti accoglienti e facilitanti le diversità, attraverso strategie educativo/didattiche che possano contribuire fortemente allo sviluppo e alla crescita cognitiva e psicosociale dei ragazzi in situazioni di difficoltà.
Occorre rivedere punti di vista e il consueto operare nella relazione con gli alunni.
Per fare tutto ciò, però, servono competenze diffuse in tutti gli attori coinvolti, formazione continua, dialogo efficace con le famiglie e con il territorio.
Come fare?
1 – Percorsi di inclusione
- Prevenzione: identificazione precoce di possibili difficoltà che se ignorate possono trasformarsi in veri e propri handicap
- Insegnamento/Apprendimento che procede tenendo conto della pluralità dei soggetti e non dell’unicità del docente
- Valorizzazione della vita sociale: attenzione al progetto di vita, al conseguimento da parte degli alunni delle competenze routinarie
- Ruolo dell’imitazione nei processi di apprendimento (apprendimento cooperativo, lavori a coppie o a piccoli gruppi)
- Sostegno ampio e diffuso: capacità da parte della scuola di rispondere alle diversità degli alunni, di cui il sostegno individuale è solo una parte.
Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Tale impostazione rafforza il paradigma inclusivo del modello della nostra scuola e richiede di contestualizzare il modello dell’integrazione scolastica all’interno di uno scenario cambiato, potenziando soprattutto la cultura dell’inclusione.
2 – Strategie di intervento
- Elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni con BES che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate.
- Le scuole possono avvalersi per tutti gli alunni con BES degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative vigenti
3 – Risorse/strumenti/metodologie didattiche per le insegnanti
- Apprendimento cooperativo: sviluppa forme di cooperazione e di rispetto reciproco fra gli allievi e veicola le conoscenze/abilità/competenze.
- Tutoring (apprendimento fra pari: lavori a coppie).
- Didattica laboratoriale: favorisce la centralità del bambino/ragazzo. Realizza la sintesi fra sapere e fare, sperimentando in situazione.
- Procedere in modo strutturato e sequenziale: proporre attività con modello fisso e dal semplice al complesso → si faciliteranno nell’alunno l’esecuzione delle consegne, la memorizzazione e l’ordine nell’esposizione dei contenuti.
- Sostenere la motivazione ad apprendere.
- Lavorare perché l’alunno possa accrescere la fiducia nelle sue capacità.
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