Quanto ciò che pensiamo di noi influisce sulle nostre vite?
Non è magia, ma si tratta di una semplice spiegazione psicologica che ha il nome di credenze patogene.
Corrisponde al modo che un individuo ha di adattarsi al proprio ambiente in cui si costruisce una serie di conoscenze indiscutibili. Le credenze, infatti, non sono semplici ipotesi o idee astratte ma costituiscono la visione della realtà di una persona, l’insieme di convinzioni che la orientano e gli fanno fare previsioni, organizzano il modo in cui si percepisce la realtà e sono alla base degli affetti provati nelle varie situazioni di vita.
Originano dall’infanzia e dalle esperienze vissute con le figure significative, vale a dire ciò che il bambino sperimenta nel proprio ambiente di crescita.
È ciò che ognuno si dice di sé stesso o sono valutazioni generali sulla vita, ad esempio la convinzione “è tutto troppo perfetto ora accade qualcosa di brutto sicuramente”, “delle persone non ci si può fidare”, “nessuno si interessa veramente agli altri” ecc…
Queste credenze patogene ci spingono ad agire in un determinato modo nei confronti del prossimo e della vita, ciò di cui siamo convinti ci predisporrà ad assumere un atteggiamento, ci porterà a fare delle scelte che indurrà, inevitabilmente, una risposta nell’altro che confermerà la credenza patogena.
È la profezia che si autoavvera, definita così, dal sociologo R. Merton:
“una supposizione o profezia che per il solo fatto di essere stata pronunciata, fa realizzare l’avvenimento presunto, aspettato o predetto, confermando in tal modo la propria veridicità”.
R. Merton
Alle volte, però, ciò che pensiamo di noi stessi può renderci i primi sabotatori della nostra felicità. Vorremmo sentirci capaci, adeguati, forti, al sicuro, in grado di difenderci e di scegliere… Non è sempre semplice comprendere come si è costituito e radicato un pensiero ma quando sentiamo che ciò che crediamo di noi non coincide con ciò che desideriamo credere, soffrendo per le conseguenze, è necessario un percorso psicologico. In quanto ciò che rimane inconscio non è la credenza in sé ma lo scenario interpersonale che l’ha creata.
Dunque il percorso psicoterapeutico aiuta a comprendere la natura delle convinzioni e nel contempo far sì che si ridimensionino sino al raggiungimento di uno stato di benessere.
Per maggiori informazioni contattare:
Psicologa Psicoterapeuta, formazione EMDR
Dott.ssa Sandra Cinti 320-40.38.989
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