Ormai da alcuni anni è arrivata in Italia la festa di Halloween, noi che da italiani abbiamo sempre festeggiato tutti i santi come ricorrenza cristiana. Popolarmente si pensa che sia una ulteriore festa consumistica che viene importata per avere una scusante per festeggiare e se da una parte può essere vero, dall’altra ci possiamo chiedere come mai effettivamente abbia preso piede una festività del genere.
Cosa stiamo facendo quando festeggiamo in costumi terrificanti di zombie, streghe e fantasmi? Nonostante siano tutti elementi tetri in questa occasione vengono trasformati con una connotazione divertente. Così facendo esorcizziamo la paura della morte, scherzare su di essa la rende meno angosciante, diventa un’occasione in cui la morte accede nei nostri pensieri ma filtrata e attenuata attraverso l’atmosfera scherzosa e condivisa e questo la rende innocua. È una festa le cui caratteristiche sono ambivalenti: dolcetti a forma di bare, atmosfere tetre e amici che mangiano insieme, paura con costumi mostruosi e divertimento, ambivalenza che spiega bene in che modo accediamo a contenuti di per sè angoscianti e perturbanti rendendoli meno drammatici ma anzi giocosi.
Cosa accade ai più piccoli? Basti pensare al ruolo delle fiabe, i bambini hanno una grande dimestichezza con i cattivi, le lotte e uccisioni che le storie raccontano, utili non solo per insegnare ai più piccoli una morale ma anche perché danno una forma alle loro paure che possono essere esorcizzate. I bambini amano travestirsi da supereroe/principessa e prendere le sembianze di personaggi che ammirano o che rappresentano per loro qualità di forza o bellezza; indossandone i panni, possono sperimentare altre identità. Così anche per halloween, i bambini travestendosi possono far finta di essere quel mostro che tanto li spaventa, questa momentanea trasformazione li fa sentire al sicuro. Inoltre per i bambini poter far finta, per un giorno, di essere un mostro, una strega o un vampiro permette di dare loro, in modo ludico, uno spazio anche a parti di sé come l’aggressività e la trasgressione, che normalmente sono educati a reprimere, mettendole in scena in un contesto delimitato e protetto.
Possiamo dire che benché sia una festa importata può essere sfruttata a nostro favore in quanto utile a livello psicologico a tutte le età. Per gli adulti, serve a pensare alla morte come a una dimensione speculare alla vita, attraverso l’aspetto simbolico della festa sentiamo di tenere meglio sotto controllo una paura tanto profonda quanto spaventante. Per i bambini, aiuta ad avvicinarsi ad una tematica che altrimenti sarebbe un tabù in modo giocoso e graduale.
Dott.ssa Sandra Cinti
Psicologa e Psicoterapeuta EMDR
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